Page 16 - BELLEZZA IN FARMACIA
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Parodontite e diabete,
un matrimonio pericoloso
Due patologie su un unico binario per oltre 12 milioni di italiani
Poche domande del
diabetologo sono
sufficienti per scoprire i
sintomi della parodontite
e poche domande del
dentista bastano a far
scattare un campanello
d’allarme su valori
glicemici fuori norma.
Parodontite e diabete
sono, infatti, due malattie
strettamente correlate,
anche se spesso il loro
legame è sottovalutato.
È il motivo per cui
la Società Italiana di paziente e indicativi di diabete come polidipsia
Parodontologia e Implantologia (SIdP), e poliuria, infezioni genito-urinarie ricorrenti,
Società Italiana di Diabetologia (SID) calo di peso e astenia”.
e Associazione Medici Diabetologi (AMD) Per la sua parte, invece, il Diabetologo può
hanno diffuso un documento che fissa sensibilizzare i pazienti sui rischi aumentati
nero su bianco i criteri per la diagnosi per loro di incorrere nella malattia parodontale
precoce delle due malattie, che toccano e intercettare chi tra essi sia più a rischio,
da vicino 12 milioni di italiani. dopo aver posto loro semplici domande sulla
È del 20% la probabilità in più di sviluppare presenza di alcuni sintomi come sanguinamento,
il diabete per gli 8 milioni di pazienti con gonfiore o fastidio gengivale, ipersensibilità
parodontite, l’infiammazione estesa delle o mobilità dei denti, alitosi.
gengive; per i 4 milioni circa di diabetici, Oltre a suggerire ai pazienti di rivolgersi
invece, la parodontite è la sesta complicanza all’odontoiatra in caso di bocca secca, bruciore
più frequente. “L’odontoiatra può orientare o comparsa di chiazze biancastre indicative
alla valutazione del glucosio nel sangue di micosi, il diabetologo dovrebbe motivarli
- dice Luca Landi, presidente SIdP - a sottoporsi a controlli annuali anche
tutti gli over 45 con parodontite, in assenza di dolore o altri sintomi.
che da oltre 3 anni non controllano i
livelli di zuccheri nel sangue e tutti
i pazienti con indice di massa corporea
superiore a 25, quindi in sovrappeso od
obesi, che abbiano almeno uno fra fattori
di rischio come ad esempio la familiarità
per diabete di tipo 2, l’ipertensione
o una terapia antipertensiva in corso,
il colesterolo HDL basso e/o i trigliceridi
alti, la sedentarietà. Nelle donne,
sono fattori di rischio il parto di un
neonato di oltre 4 chili o la sindrome
dell’ovaio policistico.
Altrettanto importante fare attenzione,
durante la visita, a sintomi riferiti dal
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